Lou Reed è morto. Lou Reed è vivo.
Tra poco più di un mese si tornerà on stage a Rovereto s/S per suonare qualche pezzo rock’n’soul. Io, Moro e la Moni (3/4 dei Bersaglieri su Beirut) accompagneremo la nostra amica soul singer Cecilia come già abbiamo fatto l’anno scorso sotto il nome di Pedroni’s Cavern (o Iaco’s Band… il nome non è ancora chiaro).
Ieri sera abbiamo affittato la solita sala prove in quel di Correggio.
La Ceci non poteva venire, ma era tanti erano i pezzi da provare e la nostra voglia di suonare che ci siamo trovati comunque. Questo significava però che saremmo stati senza cantante e qualcuno avrebbe dovuto sostituirla. L a scelta è caduta sull’unico che conoscesse a fondo tutte le canzoni, cioè il sottoscritto.
Dopo aver fatto tre volte Proud Mary e un paio di Mr. Jones dei Counting Crows la mia uguola se n’era bella che andata. Moro “Oh, falle un’ottava sotto!”. Dopo una partenza a metà strada tra Johnny Cash e Barry White è arrivata l’ora di suonare Piece of my heart di Janis.
Ecco allora nota dopo nota, battuta dopo battuta che prende il sopravvento lo spirito punk della band, nella musica e soprattutto nella voce, che diventa bassa e gracchiante, a volte smette di cantare e recita le parole “Have another little piece of my heart now, baaaaabyyy“.
Tutti questi fattori portano a sentirsi impossessati dal Suo spirito.
Quello di Reed.
Lou Reed.
Ogni canzone che segue è stravolta.
Persino la dolce morrisoniana Moondance.
Insomma per il mondo Lou Reed è morto.
Per me non è mai stato così vivo.