Ci sono nottate tempestose durante le quali si inserisce nel lettore un album lento e caldo come Naturally di J.J. Cale. Poi ci si dirige verso la cucina e ci si versa un bicchiere di Nero d’Avola. Lo si guarda e si pensa che il vento che ulula fuori lo stia facendo in un cielo che probabilmente ha lo stesso colore del vino. Le orecchie e lo stomaco si stanno scaldando.
Foglio A3 bianco. Matite. Gomma.
La mano e la mente partono all’unisono. La prima influenzata dalla seconda…o forse è il mio cervello che segue le linee disegnate?Il ricordo delle foto degli occhi di Federico e di sua madre Patrizia si mischia a quello dell’amico Paolo e della sua compagnia teatrale Vetrosi in sala prove durante le prove dello spettacolo.
Tra le note di Crazy Mama e lo scrosciare della pioggia sul tetto posso riconoscere il suono dei passi in cucina di mia moglie Elisa. Pepe, il gatto, mi getta uno sguardo sonnacchioso dalla montagna di cuscini nella quale si è rifugiato in questa notte da lupi. La matita ha portato a termine la sua missione. Ora lo scanner si divora la carta. Il mouse e photoshop fanno il resto e J.J. ha smesso da un pezzo di cantare.
La produzione nocturna è terminata e ora posso finalmente vedere gli occhi de La donna che guarda le stelle.